Rinnoviamo anche questa domenica l’appello a riflettere da cristiani adulti e maturi per valutare, sulla base dei requisiti che l’articolo qui a fianco di don Maurizio Pessina mette bene in evidenza, la disponibilità a candidarsi per le Elezioni del Consiglio Pastorale della nostra Comunità Pastorale, che come ogni altra Comunità e Parrocchia della nostra Diocesi, vede la scadenza del mandato e la cui composizione sarà rinnovata con le votazioni del prossimo 25/26 maggio.
Mi sento in dovere di insistere nel far emergere candidati, uomini e donne, giovani e adulti, che hanno a cuore il bene della nostra porzione di chiesa e si mettano in gioco a collaborare con il nuovo Parroco per essere, insieme, capaci di promuovere la vita buona del Vangelo, secondo quanto lo Spirito saprà consigliare a ciascuno.
Non sottraiamoci al nostro dovere di essere protagonisti della Chiesa in questo nostro tempo e momento di Comunità Pastorale.
Don Andrea

Che cos’è il Consiglio Pastorale di Comunità Pastorale?

In sintesi. È un organo di comunione per la decisione, chiamato a stabilire ogni anno un programma di azione pastorale. Sono di sua competenza tutte le questioni concernenti la vita della comunità. Anche le questioni economiche, benché di competenza del Consiglio per gli affari economici, si iscrivono negli orientamenti tracciati dal Consiglio pastorale. Nella Comunità pastorale il Consiglio ha la responsabilità di orientarne la vita perché corrisponda all’intenzione missionaria e pratichi lo stile evangelico della comunione, avendo cura di definire le iniziative che mantengono la vivacità e la identità delle singole parrocchie, ma favorendo la condivisione dei doni, delle risorse e delle proposte che definiscono la Comunità Pastorale e ne mettono in evidenza i vantaggi per il bene di tutti nella linea dell’unità e della comunione.

Chi vuole proporsi come consigliere, quali caratteristiche deve avere?

Colui che consiglia deve avere una comprensione “amorevole” della complessità della vita in genere e della realtà della Chiesa in specie.
Il consigliare, infatti, non è un atto puramente intellettuale, bensì un esercizio che nasce da una grande passione per la Chiesa e per il suo bene; chi consiglia, pertanto, si sforza di guardare con realismo ma anche con amorevolezza le situazioni concrete, cercando tutte le possibili vie per farle evolvere al meglio.
L’atto del consigliare non deve essere scambiato per una semplice raccolta di pareri; prevede, invece, la lucidità di analizzare i problemi, una sapiente creatività nell’individuare suggerimenti pastorali e la capacità di tradurre concretamente e operativamente il bene e il meglio che si individua. Il consigliere è dunque una persona che è in grado, dal punto di vista pastorale, di ragionare, dialogare, scegliere e infine decidere insieme.
Chi consiglia è una persona che ha nel cuore la positiva tensione per l’evangelizzazione, cioè per trasmettere la bellezza della fede nel contesto socio-culturale-territoriale in cui vive la sua comunità cristiana; una passione per l’evangelizzazione che ha il connotato della missionarietà.
In un contesto di “cambiamento d’epoca e di relativa “minoranza” cristiana, il consigliere è colui che continuamente fa leva sulla bellezza della sua fede, coltiva e nutre la sua spiritualità per essere autenticamente ciò che è come cristiano, proponendo la bellezza della vita buona del Vangelo.
Per questo il consigliere conserva nel cuore alcune domande suggestive: come può ancora la Chiesa annunciare il Vangelo agli uomini di oggi? In che modo può svolgere la sua missione?
In quale maniera essa può comunicare ad altri il tesoro, il dono di cui vive, in modo che appaia vitale anche per loro e per tutta l’umanità?
Chi consiglia nella comunità deve avere un senso ecclesiale di grande apertura, chiuso agli interessi di parte e soprattutto avere un grande senso del consiglio come dono dello Spirito da coltivare nell’ascolto della Parola di Dio e da richiedere nella preghiera.
DON MAURIZIO PESSINA 
PREVOSTO DI CANTU’

 
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